La inaspettata irruzione del Covid 19 nelle nostre vite ha sconvolto la microprassi delle nostre abitudini quotidiane, costringendoci a radicali cambiamenti nei rapporti con il prossimo, nella pratica del lavoro e del tempo libero, ma soprattutto nel modo di sentire e progettare il futuro. La necessità di confrontarci con questa entità invisibile e sconosciuta, eppur così prepotentemente letale, ha messo a nudo molte certezze, in particolare la capacità dell’uomo di poter dominare la natura e gli eventi, riportandoci indietro nel tempo, allo stupore ed alla paura che pervadeva l’umanità nel corso dei grandi flagelli epidemici del passato. Ci siamo interrogati sul significato reale della parola “progresso”, non sempre sinonimo di miglioramento, ma anche di regressione, se causa di uno sconvolgimento degli equilibri millenari della natura. Si sono venuti così a disegnare nuovi scenari a livello globale, portando alla ribalta la necessità di una transizione ecologica, di radicali cambiamenti nella organizzazione del lavoro, in una parola nella progettazione del futuro. A fronte dell’obbligatorio allentamento dei contatti interpersonali si sono accentuate le opportunità offerte dalle tecnologie della informazione, destinate a perpetuarsi negli anni a venire, quando (sperabilmente) il pericolo sarà alle spalle, modificando comunque in maniera irreversibile le nostre modalità di comunicazione.
Deriva da queste considerazioni la raccolta di scritti pubblicati nel volume “Il soccorso delle parole” (Orizzonti di senso durante la pandemia) a cura di Eide Spedicato Iengo e Massimo Palladini (Franco Angeli Editore). L’intendimento dei curatori è stato quello di affidare a studiosi di varie discipline una riflessione sui i “cambiamenti di senso” delle parole più consolidate riguardanti l’abitare, il lavorare, l’apprendere, il comunicare, il rapportarci con l’altro. Il libro si apre con una intervista di Maria Rosaria La Morgia (giornalista) a Francesco Sabatini (linguista e filologo) sul linguaggio come strumento del pensiero, e sulle modificazioni, spesso profonde ed irreversibili, ad esso apportate dagli eventi. Gli scritti (di Giuseppe Abate, Antonio Bini, Anouscka Brodacz, Licia Caprara, Nando Cianci, Simone D’Alessandro, Giovanni Damiani, Valentina De Matteis, Lia Giancristofaro, Giulia Palladini, Enrico Raimondi, Rosalba Spadafora, Pasquale Tunzi, e naturalmente dei curatori Massimo Palladini ed Eide Spedicato Iengo) che costituiscono il corpus dell’opera sviluppano successivamente un discorso plurale, che si interroga sulla incidenza che la minuscola, invisibile, impalpabile, indecifrabile particella del virus, raffigurata in forma di una “pallina illeggiadrita da fiocchetti rossi”, ha avuto ed avrà sulle nostre esistenze.
A seguire un breve saggio contenuto nel volume di Eide Spedicato Iengo.